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Museo dell'intreccio mediterraneo di Castelsardo

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Caratteristiche tecniche dei materiali

Le piante utilizzate per la lavorazione ad intreccio variano a seconda della zona geografica di interesse e in base al manufatto da realizzare, ma si distinguono pure per le loro caratteristiche anatomiche, funzionali alle esigenze di lavorazione. È il rapporto tra due qualità primarie, cioè l’elasticità (che consente la torsione durante la fase di intreccio) e la rigidità, che spinge l’uomo nella scelta di una materia prima. Successivamente si considerano l’estetica (aspetto cromatico, struttura e dimensioni) e la sua capacità a conservarsi nel tempo. Il perfetto connubio fra questi elementi favorisce da secoli l’utilizzo di vegetali sia erbacei che legnosi generando una netta e sapiente distinzione d’uso: nelle piante legnose ad esempio sono adoperati i polloni di 1-3 anni, i rami sviluppati alla base del tronco o ai piedi dell’albero, o le foglie, come per le palme; mentre nelle piante erbacee sono utilizzati gli steli annuali.

 

Sono numerose le specie vegetali che si prestano ad essere modellate in vario modo e a fornire tutta la materia prima per un determinato utilizzo, ad esempio la palma nana per creare le corde e le scope. È possibile tuttavia che si venga a creare la necessaria combinazione di più specie vegetali per la realizzazione di uno stesso manufatto.

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