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30.09.2016
Il percorso celebrativo dei maggiori artisti sardi del’900, intrapreso dal MIM di Castelsardo, non poteva che passare per Costantino Spada, l’artista sassarese forse più amato dai suoi concittadini e prematuramente scomparso, Così dopo l’omaggio al ceramista, recentemente scomparso Giuseppe Silecchia ed al pittore Gianni Cau, la bellissima sala X del Castello dei Doria, recentemente restaurata, dal 8 al 30 settembre, ospita una selezione antologica di opere del grande artista sassarese, dai ritratti a carboncino degli anni ’40-50 ai sofisticati e vividi oli su masonite degli anni’60-70, passando per gli originali gessetti su cartone sintomo di estro incontenibile. Costantino Spada nacque in Via del Fiore Verde, nel cuore storico di Sassari, il 28 ottobre 1922, data storica per via della Marcia su Roma. Mostrò sin dall'adolescenza il suo interesse per l'arte, disegnando con i gessetti colorati figure sui muri e sulle pavimentazioni nelle strade: fu notato dal pittore Giovanni Pulli che lo volle subito nel suo laboratorio e iniziò a insegnargli il mestiere. Nella bottega di Pulli il giovane Spada venne notato da Filippo Figari, che lo convinse ad iscriversi all'Istituto d'Arte sassarese, recentemente istituito (1935) e da lui diretto. L'opera di Spada fu conosciuta dal grande pubblico per la prima volta nel 1937, partecipando alla Mostra Prelittoriale, nel 1939 si presentò alla X Mostra Sindacale Fascista regionale ricevendo dei riconoscimenti e nel 1940 figurò tra i partecipanti alla Mostra dei Giovani del GUF (Giovani Universitari Fascisti). Sempre al 1940 risale la sua prima commissione importante: decorare con scene della vita di Cristo la sacrestia della chiesa parrocchiale di San Donato, nel centro storico sassarese. A questa prima commissione, apprezzatissima, fecero seguito in breve tempo la decorazione a tempera murale dei catini absidali delle chiese parrocchiali sassaresi di San Sisto (nel centro storico di Sassari) e di San Giuseppe (nell'omonimo quartiere sassarese). Durante gli anni di studio Costantino spada subì il fascino e le influenze dei grandi esponenti della Pittura Sarda del Novecento, soprattutto dei maestri e suoi insegnanti Stanis Dessy e Filippo Figari, nonché dell'artista maggiore di tutti: Giuseppe Biasi. Pittore realista, si volse al regionalismo realizzando figure in costumi tradizionali. Nel Dopoguerra, Spada si avvicinò al movimento Neo-cubista, nel quale vide l'occasione di un rinnovamento artistico e anche sociale, avendo maturato un carattere anticonvenzionale e “bohemien”, mantenendo comunque grande sensibilità e generosità, che lo legò da allora all'amico di sempre e compagno di studi Libero Meledina. Nel 1949 fece parte del gruppo di artisti sardi che espose nei locali della Fondazione Bevilacqua La Masa in piazza San Marco a Venezia. Nel 1950 la fiamma del Neo-cubismo si smorzò e Spada ritornò al realismo, realizzando diverse opere da cavalletto assai belle e suggestive, solari, poiché, pittoricamente, accese la propria tavolozza con colori vivi e fluidi. Fu per lui un periodo ricco di soddisfazioni, perché ottenne diverse commissioni in Sardegna ed in Lombardia. Gli Anni Cinquanta lo videro attivo nella produzione di opere e nella partecipazione a diverse mostre in Sardegna e in Italia. Sempre legato all'arte sacra, Spada produsse in tre tappe la decorazione interna, a tempera, della Basilica del Sacro Cuore, nell'omonimo quartiere sassarese: realizzò a partire dal 1953 la Natività, seguì nel 1957 la Crocefissione, successivamente tra il 1961 e il 1969 la restante decorazione di soffitto del transetto, porzioni di pareti e i disegni preparatori per le vetrate e la Via Crucis, a mosaico. Anche se artista apprezzato e stimato, Spada rimase sempre genuino, amante della compagnia: frequentò i luoghi popolari invece che i salotti e, insieme con i suoi amici e colleghi Libero Meledina e Pietro Mele, fu ricordato sempre dalla popolazione sassarese per questa sua anticonvenzionalità che lo avvicinò molto alla gente comune. Purtroppo, scomparve a soli 53 anni il 21 ottobre 1975, pochi giorni prima del suo 54mo compleanno. Lasciò la famiglia e privò Sassari di uno dei suoi più geniali artisti. La mostra, allestita grazie all’impegno dei familiari, espone anche alcune importanti opere concesse in prestito dalla Banca di Sassari e dalla gallerie Artespazio di Sassari.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 21.