L’arte di tessere le foglie di palma e olivo è strettamente legata alle celebrazioni ufficiali e memoriali della Chiesa cristiana, in particolar modo quelle legate alla domenica immediatamente precedente la Pasqua (Domenica delle Palme). Tali rituali cerimoniali traggono spunto da un passo del Vangelo di Giovanni (Gv.12, 12-16), nel quale si narra dell’entrata di Gesù a Gerusalemme, accolto dalla grande folla che, in segno di festa, agitava tra le mani rami di palma. Da qui la pratica dei fedeli di intrecciare le foglie di palma, utilizzare le stesse per abbellire i luoghi sacri di culto o per valorizzare le processioni e i riti della Passione cristiana.
Nella tradizione sarda inoltre i ramoscelli di palma e di ulivo benedetti acquistano la virtù di difendere la persona e le cose dalle insidie del demonio. Da qui la pratica di porre la palma intrecciata in luogo predestinato della casa; la tradizione di regalare il manufatto intrecciato come buon auspicio di pace o contro mali fisici e interiori; a Santa Giusta il popolare posizionamento della treccia di palma a protezione dei fassonis.
La fibra utilizzata per l’intreccio è la palma nana selvatica, adornata di fiori e i rami di ulivo. È tuttavia doveroso ricordare che è la foglia di palma da dattero il vegetale pregiato e eccellente per gli intrecci pasquali. Esso è tuttavia un albero che in Sardegna si ritrova estraneo all’habitat naturale isolano e non porta a maturazione i suoi frutti. La sua coltivazione dunque è a semplice scopo ornamentale, per intrecci pasquali e funerei.
Le tecniche dell’intreccio delle palme sono molteplici: dalle più semplici, ad annodatura, a raggiera, ad avvolgimento, a intreccio diagonale e perpendicolare, a incastro; a quelle più complesse utilizzate per gli intrecci artistici, come quella a incrocio tubolare, a raggiera bi-frontale, a cornetti, a mezza foglia, a treccia, a mazzetti, ad avvolgimento a spirale, ad avviluppamento triangolare, a ripiegamento.
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