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Museo dell'intreccio mediterraneo di Castelsardo

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Meledina: il mondo a colori di una realtà in bianco e nero

09.04  -  09.05.2017

La realizzazione della mostra, curata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Castelsardo, sarà realizzata per gentile concessione della galleria “Al piede scalzo” di Tempio Pausania e di alcuni collezionisti privati.

 

 L’artista sassarese, caposcuola del movimento neorealista in Sardegna, è noto, oltre che per l’eccellente qualità del suo tratto pittorico, intenso e vigoroso, anche per i temi iconografici legati al duro lavoro dei campi, in cui contadini e raccoglitrici di olive vengono ribaltati da una grigia e silenziosa realtà di sudore e fatica ad un mondo di vivaci colori. Meledina ci restituisce, nelle numerose tele ad olio e poi ad acrilico, quelle stesse realtà in bianco e nero, proprie del cinema neorealista impresse indelebilmente nella nostra memoria, dipingendole con ricca cromia di colori.

Libero Meledina arrivò in Sardegna, a Sassari, da piccolo poiché la famiglia si trasferì da Genova, dov'era nato il 13 gennaio 1918. Precoce nel disegno, portato per l'arte, si iscrisse nel 1936 all'Istituto d'Arte sassarese, diretto da Filippo Figari e dove insegnava Stanis Dessy, formandosi con questi maestri e subendo anche l'influenza della figura predominante allora in Sardegna di Giuseppe Biasi.

Suo compagno di studi e amico caro fu Costantino Spada, con il quale si divise la scena come artista di riferimento nella Sassari degli Anni Sessanta e Settanta.

Dopo il diploma all'Istituto d'Arte sassarese, Meledina si trasferì in Lombardia e seguì dei corsi presso l'ISIA di Monza (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) e presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove poté conoscere l'ambiente artistico e intellettuale, dove si muovevano personalità quali Raffaele De Grada (Milano, 2 marzo 1885 – 10 aprile 1957) e Pio Semeghini (Quistello, Mantova, 31 gennaio 1878 – Verona, 11 marzo 1964).

Rientrato a Sassari, con i primi Anni Cinquanta si dedicò a una pittura incentrata sulle tematiche sociali, che venne a inserirsi nel filone del Neorealismo pittorico italiano, incentrato sulle attività lavorative pesanti e umili: Meledina si concentrò sui lavoratori e lavoratrici della Sardegna e di Sassari in particolare, con la fortunata serie delle raccoglitrici di olive che era legata alla storica industria olearia cittadina. La sua pittura fu caratterizzata dai forti colori, brillanti e squillanti a volte, stesi con forza e cagionanti impatti visivi ben calcolati, esaltanti i soggetti neorealisti raffigurati e costruenti da soli la composizione, omettendo quasi del tutto il disegno. Alla fine del decennio, dal 1958, Meledina attraversò una breve fase astrattista, su suggestioni probabilmente di Mauro Manca che si accingeva, l'anno seguente, a subentrare a Filippo Figari nella direzione dell'Istituto d'Arte di Sassari: ma la fase astrattista non durò molto non essendo gradita come maniera in generale dal pubblico locale, anche se forse lasciò in Meledina uno strascico nella semplificazione della strutturazione delle composizioni successive.

Libero Meledina fu attivo per oltre cinquant'anni, lasciando una vasta produzione rimasta sempre legata alle tematiche neorealiste del quotidiano sforzo delle classi umili che tanto lo appassionarono. Nell'ultimo periodo di attività tenne lo studio nella Casa Cugurra, in Via Roma,  dirimpetto al Tribunale. Si spense a 77 anni nella sua abitazione di Sassari il 12 giugno 1995.

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