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Museo dell'intreccio mediterraneo di Castelsardo

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Castelgenovese: La città dei Doria

La storia di Castelsardo inizia dal medievale titolo di Castelgenovese, fortezza della famiglia ligure Doria. Per raccontare la sua storia è doveroso tuttavia raccontare un mito, che si lega alla fondazione della città ma che rimane tale e dunque da sfatare della sua storicità: la cronologia della fondazione è stata per secoli datata al 1102, per un’erronea interpretazione delle fonti medievali ad opera del documentarista e umanista sassarese Giovanni Francesco Fara (1543-1591).

Un anno preciso è difficile da stabilire poiché non esiste la carta di fondazione della fortezza, che viene invece menzionata per la prima volta in un documento del 1272 in una lettera che Carlo D’Angiò, Re di Sicilia, inviò al comune di Genova affinché fosse resa giustizia al cittadino di Palermo, Guglielmo di Saint-Gilles, che approdato a Castelgenovese, fu imprigionato a tradimento nella fortezza. La prima testimonianza certa del dominio dei Doria è addirittura del febbraio 1282, quando Brancaleone vendette a Corrado Malaspina Catelgenovese, Casteldoria e l’ex distretto (curatoria) di Anglona, ricomprando poi nello stesso anno i due castelli al prezzo di 9300 lire.

Anche i reperti archeologici medievali rimandano proprio agli anni del Duecento, periodo centrale per la fondazione di altre città quali Alghero, Monteleone, e di numerosi castelli dei Doria,  della famiglia dei Malaspina e di altre potenze signorili della penisola.

I Doria

L’affermazione dei Doria in Sardegna è progressiva, avvenuta per tappe di scalata sociale, e durata oltre un secolo. Dapprima mercanti, poi finanziatori dei Giudicati di Torres e Arborea, influenti proprietari terrieri conseguentemente signori territoriali. La loro abilità politica, dotata di caparbietà e pazienza, li condusse a rapportarsi con i Giudici dei Giudicati, in modo da influenzarli e da creare con loro parentele. Della loro storia nell’Isola si ha notizia per la prima volta tra il 1154-1164, con Ansaldo e Simone Doria, mercanti di Genova approdati in Sardegna con degna riconoscenza dei Giudici.

La svolta per l’affermazione della signoria dei Doria si ebbe nel 1259 con la morte senza eredi della Giudicessa Adelasia di Torres. Così le famiglie signorili (Doria, Pisani, Genovesi, Gherardesca, Malaspina, Donoratico) e le istituzioni (i Giudici di Arborea e Gallura, i comuni di Sassari, Pisa e Genova) intrapresero aspre lotte per la conquista dei territori del giudicato e per la difesa dei privilegi acquisiti. Da qui la necessità di erigere castelli, come fortezze di difesa ma altresì status symbol di ruoli politici e civili affermati. Moti furono i luoghi strategici e forti dell’amministrazione turritana doriana: Monteleone, Alghero, Casteldoria, Catelgenovese e molti altri punti satelliti.

Castelgenovese

La fondazione del castello e del conseguente borgo fortificato garantiva a Castelgenovese un ruolo strategico sia per la città che per la signoria dei Doria, dal 1287 potenza pienamente autonoma rispetto a Genova. Nel corso del Duecento il castello acquisì importanti compiti di carattere commerciale, in quanto polo di controllo dei traffici via mare nel golfo dell’Asinara, verso la Liguria e la Corsica. Brancaleone I Doria fu il principale e influente esponente della casata tra il XIII e XIV secolo.

Egli si distinse per la ferma volontà a salvaguardare i diritti sui possedimenti sardi in vista della pericolosa conquista Catalano-Aragonese, ed ebbe il titolo di “dominus”, vale a dire Signore di Castelgenovese. Nel corso del Trecento Castelgenovese fu sede di contese territoriali con i Catalano-Aragonese anche a seguito della differente visione politica esercitata dalle figure di rilievo politico della città: Brancaleone III Doria sposò Eleonora d’Arborea nel 1366 circa e aderì a differenza dei predecessori a posizioni filo-catalane. Il borgo rimase la sua residenza principale fino alla sua morte avvenuta nel 1408.

Nicolò Doria, figlio illegittimo di Brancaleone III Doria, fu l’ultimo interprete della politica avversa agli Aragonesi in Sardegna. Nicolò si configurò come governatore emblematico della resistenza Castelgenovese  proiettata sul mare e sui suoi traffici: ultimo baluardo in posizione strategica verso le Bocche di Bonifacio, nodale strettoia della circolazione marittima. Egli introdusse intorno al 1435 importanti capitoli sulla dogana, da uno statuto precedentemente emanato da Galeazzo Doria nel 1334 circa, che intendevano rilanciare il ruolo commerciale e fiscale della rocca Sardo-Genovese, nonché indebolirne l’avanzata Iberica.

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