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Museo dell'intreccio mediterraneo di Castelsardo

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Gli attrezzi

La lavorazione prevede l'impiego dei seguenti strumenti:

- punteruolo in ferro o in osso (su puntarolu, su raju, sa sua), utensile a forma di “T” composto da un manico in legno e da un ago in acciaio incastonato nell’interno o solamente in metallo. L’ago deve avere uno spessore di massimo 2 mm e lunghezza di massimo 10. Viene impiegato per creare i fori attraverso i quali far passare le fibre che creano la trama.

- forbicine (is ferrixeddus, in castellanese “folbigia”), piccole forbici con lame di circa 2 cm di lunghezza, impiegate per rifinire le fibre dell’ordito ed i ritagli di tessuto in eccedenza;

- coltello (s’arresoia in castellanese “rasojia”) con punta bene affilata, impiegato per asportare le parti superflue dalla fibra o la corteccia dalla parte midollare della pianta;

- recipiente e/o vasca, per contenere l’acqua impiegata per inumidire le fibre vegetali durante la lavorazione.

- pezzo di tessuto (telu infusu in sardo castellanese) bagnato impiegato per inumidire la Palma o la Rafia

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