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Museo dell'intreccio mediterraneo di Castelsardo

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Manufatti per setacciare

Rientrano nella categoria di contenitori per alimenti e sono, tra tutti, quelli più complessi e di difficile realizzazione. Le fibre impiegate per la loro costruzione sono diverse e vengono raccolte nella tarda primavera, nel periodo compreso tra il mese di aprile e gli ultimi di giugno. Hanno generalmente forma cilindrica con parete bassa rettilinea, solo alcuni presentano una svasatura verso l’alto.

Sono costituiti da tre parti fondamentali: la base, il filtro e la parete. La base è un cerchio perfetto, ottenuto dalla lavorazione di un’asta, di rovo, olmo, olivastro, che andrà a costituire il telaio sul quale impostare il manufatto. A San Vero Milis la base è indicata con il termine di “criccu o incricongiu”.

Il filtro del crivello, denominato “sa nappa”, è realizzato con steli di giunco, interi o partizioni di esso, retti da una tessitura a stuoia realizzata con fibre sottilissime di cipero. La parete è realizzata in giunco, dalla forma bassa, con un’altezza massima di 8 centimetri,  distribuita su poche spire concentriche che presentano l’orditura e la tessitura con punto attorcigliato e cucitura radiale. Il diametro massimo alla base e sull’orlo è di 56 centimetri.

Tre le varianti tipologiche dei crivelli, dovute alla tessitura del filtro e alla conseguente destinazione d’uso degli stessi: crivelli con steli grossi e robusti, utilizzati per eliminare le impurità più grosse presenti nel grano da macinare; crivelli con steli più fitti, in giunco o partizioni di esso,  per la setacciatura della semola grossa; crivelli di sottilissime partizioni di steli di giunco, di tessitura fittissima, per la selezione delle farine più pregiate.

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